Le infezioni ospedaliere sono un fenomeno piuttosto frequente. Certamente più frequente di quanto si immagini. La pandemia da Covid-19 ce lo ha mostrato in maniera indiscutibile. Vi ricordate cosa succedeva a marzo-aprile 2020? I principali luoghi di contagio erano proprio gli ospedali, diventati presto dei focolai terribili.
Tuttavia, anche prima del Covid, la situazione era seria. Pensate che in Italia, ogni anno, circa mezzo milione di pazienti sviluppa un’infezione collegata all’assistenza ospedaliera. Le cause sono diverse, ma quella certamente più frequente ha a che vedere con i metodi di pulizia, sanificazione e disinfezione ospedaliera non accurati, che magari non rispettano le linee guida inerenti.
Quali sono le principali infezioni ospedaliere?
Iniziamo con il parlare un po’ di questo tipo di infezioni. Cosa sono le infezioni ospedaliere? In generale, si tratta della complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria. Sono infezioni che insorgono durante il ricovero in ospedale, o anche dopo le dimissioni del paziente, e che non erano presenti quando il paziente ha fatto il suo ingresso nella struttura: né manifeste clinicamente, né in incubazione.
Per essere definite “infezioni nosocomiali o ospedaliere”, infatti, il paziente deve essere stato ricoverato per una causa diversa dall’infezione e non deve avere segni di malattia infettiva in corso di incubazione al momento del ricovero.
Queste infezioni possono presentarsi 48 ore dopo il ricovero in ospedale o fino a 3 giorni dopo la dimissione o, ancora, fino a 30 giorni dopo un’operazione. In ambienti sanitari (cliniche di lungodegenza, RSA, ecc.) dove il paziente viene ricoverato per motivi diversi dalla causa infettiva.
Queste infezioni di solito colpiscono il tratto urinario o le ferite chirurgiche, gli accessi venosi o i polmoni. Dipende in genere dalle procedure mediche a cui il paziente viene sottoposto. Per fare qualche esempio: l’infezione all’apparato urinario di solito dipende dal catetere vescicale; gli accessi venali dalle somministrazioni endovenose (l’ingresso dell’ago è un modo frequente di invadere il torrente ematico con agenti patogeni); le polmoniti dai respiratori artificiali che di solito si usano nelle unità di terapia intensiva.
Spesso, insomma, sono l’effetto della progressiva introduzione di nuove tecnologie sanitarie, che se da una parte garantiscono la sopravvivenza a pazienti ad alto rischio di infezioni, dall’altra consentono l’ingresso dei microrganismi anche in sedi corporee normalmente sterili. Un altro elemento cruciale da considerare è l’emergenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, visto il largo uso di questi farmaci a scopo profilattico o terapeutico.
Queste infezioni sono causate da patogeni facilmente trasmissibili. Spesso, infatti, i pazienti ospedalizzati hanno una ridotta efficienza del sistema immunitario, e quindi sono più soggetti del normale a queste infezioni. Le aziende ospedaliere dovrebbero fare fronte alle infezioni attuando una serie di importanti monitoraggi:
- monitoraggio regolare dei patogeni che circolano nei reparti a maggior rischio, controllandone il grado di resistenza agli antibiotici;
- monitoraggio delle procedure di prevenzione delle infezioni ospedaliere;
- monitoraggio dell’uso appropriato degli antibiotici;
- monitoraggio delle procedure diagnostiche adeguate a riconoscere le infezioni ospedaliere;
- sanificazione letti ospedalieri;
- sanificazione stanza;
- sanificazione apparecchiature elettromedicali.
Come prevenire le infezioni ospedaliere?
Cosa fare, dunque, per prevenire questi pericoli? In questo momento veniamo in gioco noi di AMIL Care. Sì, perché per prevenire le infezioni ospedaliere bisogna partire da un’adeguata sanificazione degli ambienti ospedalieri, assicurando una corretta disinfezione ospedaliera. Utilizzando gli strumenti giusti e affidandosi a chi detiene i brevetti più efficaci.
Fino a qualche decennio fa, era credenza comune che l’ambiente inanimato in ospedale non rappresentasse un pericolo per la trasmissione delle infezioni ospedaliere. Negli ultimi dieci anni, però, sostanziali evidenze scientifiche hanno dimostrato che la contaminazione delle superfici intorno all’unità di degenza svolge un ruolo importante nella trasmissione di microrganismi quali Staphylococcus aureus (MRSA), Enterococchi resistenti alla vancomicina (VRE), Clostridium difficile, Acinetobacter baumanii, Norovirus e Klebsiella pneumoniae.
In particolare, a partire dal 2010, varie pubblicazioni hanno dimostrato quanto le superfici intorno al paziente siano sanificate in maniera insufficiente e ulteriori ricerche dimostrano l’aumentato rischio di trasmissione dei microrganismi con multi-resistenza antibiotica in pazienti che soggiornano in letti precedentemente occupati da pazienti con multi-resistenza. Altri studi, poi, dimostrano che meno del 50% delle superfici dell’unità di degenza del paziente sono adeguatamente pulite e disinfettate quando è utilizzato un disinfettante chimico. Allo stesso modo è dimostrata anche un’inadeguata pulizia delle apparecchiature elettromedicali dello staff infermieristico.
Cosa fa AMIL Care per prevenire le infezioni ospedaliere?
In anticipo sui tempi, nel 2008, un team di persone intuiscono che i metodi di disinfezione in uso non sono adeguati: le strutture come ospedali e RSA hanno bisogno di un sistema di sanificazione interno sicuro e certificato, per garantire costantemente un ambiente a bassa carica microbica. Si decide, quindi, di approfondire l’indagine e studiare bene le normative, allo scopo di realizzare un dispositivo per la disinfezione, funzionale ed efficace sotto ogni aspetto. Si sceglie di puntare sul perossido di idrogeno, una molecola allora poco usata in area clinico-ospedaliera, ma con degli indubbi vantaggi: primo tra tutti, il suo decadimento naturale in ossigeno e acqua, due elementi assolutamente innocui e privi di residui. Da qui la sfida: associare all’efficacia disinfettante del perossido di idrogeno un dispositivo che garantisca standard di erogazione certificabili. Il risultato è un sistema efficace, semplice e sicuro, fondato su un dispositivo brevettato e certificato.
Cos’è Medisystem?
È grazie all’utilizzo del perossido d’idrogeno come principio attivo abbinato ai sali d’argento e della tecnologia della micronebulizzazione che Medisystem svolge la sua attività di prevenzione e lotta alle infezioni ospedaliere.
Il perossido d’idrogeno, noto anche come acqua ossigenata, è una sostanza chimica ampiamente usata nella disinfezione per via aerea. Altro vantaggio del perossido di idrogeno è l’efficacia sui microrganismi di ogni genere: batteri, virus, spore, funghi, TBC, biofilm.
La micronebulizzazione – cioè la riduzione del composto in particelle da <1 a 5 micron – ha la capacità di saturare l’ambiente eliminando gli agenti patogeni per ossidazione delle loro membrane cellulari. Il perossido di idrogeno quindi si dissolve in acqua e ossigeno, senza lasciare residui. Queste caratteristiche rendono il sistema sicuro e di pratica applicazione.
Cos’è Medibios Plus.hub?
Il dispositivo che AMIL Care propone proprio per coprire tutte le esigenze del mondo ospedaliero è Medibios Plus.hub. Si tratta di un Dispositivo Medico Classe I marcato CE: un micronebulizzatore brevettato di ultima generazione, pratico, maneggevole e tecnologico, studiato per essere utilizzato nelle diverse aree ospedaliere. Le impostazioni dei trattamenti da effettuare avvengono tramite un display touchscreen Medibios Plus.hub è in grado di trattare dai 10 ai 2000 metri cubi di spazio; permette cicli di disinfezione di alto livello con tecnologia no touch, assieme a protocolli validati, principalmente nelle aree critiche e sui principali patogeni multiresistenti. Il dispositivo può connettersi a sensori preimpostati, che consentono il riconoscimento della stanza e del programma inserito. Ogni ciclo effettuato genera un report in formato PDF, salvabile su pen drive USB e stampabile. L’associazione di Medibios Plus.hub con i prodotti chimici disinfettanti di AMIL Care costituisce Medisystem.
In che modo AMIL Care può aiutare nel contrasto delle infezioni ospedaliere?
Perché Medibios è il dispositivo adatto per combattere questo annoso problema delle infezioni ospedaliere? Problema che – ricordiamolo – il Covid-19 ha semplicemente aggravato, ma che esisteva già prima e in maniera drammatica.
Innanzitutto, perché AMIL Care ha piena consapevolezza di quanto sia importante il rispetto dei protocolli riconosciuti, fondamentali soprattutto in un momento di grande confusione come questo. Tanti si occupano di sanificazione, ma AMIL Care tiene sempre conto dello stato dell’arte della ricerca scientifica e si affida ad enti esterni per certificare l’efficacia dei suoi prodotti. Dall’esperienza maturata ha compreso bene che ricerca e rispetto delle normative devono viaggiare in parallelo perché la tecnologia si esprima efficacemente. Per qualsiasi informazione, non esitate a contattare lo staff di AMIL Care.